Riunione del 24 maggio 2023

Incontro con il prof. Luciano Deriu per illustrare gli eventi del secolo XV caratterizzati dalla totale sottomissione dell'Isola nonostante i ripetuti tentativi dei Narbona e dei Marchesi di Oristano di resistere e di mantenere le loro proprietà. In quegli anni Alghero conobbe un periodo di prosperità con l'arrivo di famiglie ebree come gli Abella e i Carcassona che diedero un notevole impulso all'economia cittadina. Anche quando gli Ebrei vennero espulsi da tutti i territori governati dai cattolici Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia molti di loro preferirono convertirsi anziché lasciare l'Isola. Aggiungo che nei Quinque Libri della parrocchia di Santa Maria spesso sono citati componenti delle famiglie Abella e Carcassona in qualità di padrini di battesimo. Nel 1575 troviamo donna Ines de Abella; il 15 maggio dello stesso anno viene battezzato Salvador, figlio di Antiogo de Abella e di Lugeria. Ha per padrino il maestro Ganau Carcasona. Nel 1576 sono citate donna Anes de Abella y de Sena e la signora Ysabel Abella; nel 1583 troviamo la coppia Pere Guiò e donna Eularia de Abella.

Nel 1546 la signora Quisabel Carcassona fa da madrina e il maestro Angel Carcassona fa da padrino. Nel 1575 sono citati la signora Sibilia Carcassona, donna Patronilla Carcassona, la signora Yeronima Carcassona, m.e Yosep Carcassona, e la signora Caterina Carcassona. Nel 1563 troviamo don Joseph Carcassona e sua moglie donna Anna Delitala di Bosa. Il loro figlio Salvador divenne arciprete. 

In conclusione di seduta il presidente propone ai soci di avviare un'azione di tutela nei confronti di una misteriosa struttura che si trova in zona Maria Pia. Di seguito riporto una sintetica descrizione del sito visitato dai soci Tholos nel gennaio 1999.

Si entra dal cancello del fabbricato che negli anni Ottanta ospitava Tele Riviera del Corallo. Sulla sinistra si notano dei ruderi. Si trova un porticina che immette in una stretta scala elicoidale che scende sotto il livello del suolo. Si raggiunge un ambiente circolare dal diametro di circa 3/4 metri. Ha la volta a cupola formata da sei costoloni legati da una cornicetta orizzontale che poi scendono diritti fino al pavimento mentre in alto terminano in una ghiera che incornicia una finestrella circolare dalla quale filtra la luce. la scala elicoidale comunica con l'ambiente centrale attraverso un'apertura a sesto acuto.

Foto da "Una mica de historia algueresa" Scuola Media Grazia Deledda, Classe 2a D, Alghero 2003

Si fanno varie ipotesi sul periodo di costruzione del manufatto e sulla sua funzione. Si va dal Quattrocento al Seicento e si ipotizza che potesse essere la sepoltura di un cavaliere aragonese (vi si trovarono delle spade) oppure una piccola cappella. Qualcuno la definisce tomba aragonese e quindi sarebbe un ipogeo, altri la indicano come una cripta e in tal caso sarebbe parte di una chiesa. Non vi si rinvennero ossa nè altri reperti che potessero fare luce sulla costruzione. Si dice che quando i terreni di Cuguttu divennero sede di una Colonia Penale l'ipogeo fosse utilizzato come luogo di punizione per i detenuti.

Porta dell'Ipogeo. (Da V. Mossa) 

(Dalla relazione di una visita Tholos e dalla scheda di Vico Mossa "Un'enigmatica costruzione di Alghero" in Natura e civiltà in Sardegna, Chiarella, SS, 1979, p. 126)



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