Riunione del 22 novembre 2023
Sala dell'Università delle Tre Età
Il prof. Luciano Deriu ha parlato del periodo di dominio aragonese ad Alghero. La risorsa principale era il corallo che attirava nel nostro porto numerose barche coralline provenienti soprattutto dalla Catalogna e da Marsiglia. La città doveva offrire ospitalità agli equipaggi che avevano necessità di cibo, alloggi, cordame, ed altro. In tal modo poteva godere di congrui introiti nel lungo periodo della pesca che andava da aprile a settembre. Inoltre la Municipalità riscuoteva l'imposta che ogni barca doveva pagare per ottenere l'asiento, cioè la concessione per poter prelevare il prezioso corallo dai nostri fondali.
Alghero era un Municipio con un Governatore e un Veguer. Tra le due cariche si creavano spesso degli attriti e il Re doveva intervenire per chiarire volta per volta le rispettive competenze e il loro raggio di azione. Ogni anno il 21 dicembre si teneva l'elezione di 50 membri e 12 tra questi dovevano eleggere i 5 membri che formavano quel che potremmo definire una Giunta. Inoltre Pietro IV aveva istituito un Parlamento del Regno di Sardegna sulla falsariga di quello esistente in Barcellona. Spesso le decisioni riguardavano le decime da dare al Re oppure la concessione dei salti, cioè dei luoghi lasciati a disposizione degli abitanti per raccogliere legna, frutti spontanei o erbe.
Oltre a ciò dobbiamo ricordare che ii Catalano Aragonesi avevano portato in Sardegna il sistema feudale per cui territori e paesi dell'Isola erano stati assegnati a feudatari che di solito vivevano nella terraferma e che lasciavano da noi i loro sostituti. Tra i feudatari che gravitavano su Alghero ricordiamo i Satrillas di Monte Acuto, i Boyl, marchesi di Putifigari, gli Amat che avevano territori in tutta la Sardegna e i Manca, potente famiglia sarda. Il feudatario aveva potestà fiscale e giurisdizionale con conseguenze facilmente immaginabili per i sottoposti. Il sistema sarà duro a morire e rimarrà fino al 1836.
Parte dell'economia algherese era in mano agli Ebrei e tra questi spiccavano in città gli Abella, i Carcassona e i Guillot che avevano preferito abbracciare la religione cristiana anziché abbandonare i territori spagnoli. Nel 1495 a Sardi e Liguri fu data la possibilità di diventare cittadini algheresi, dopo essere stati cacciati nel 1354. In realtà elementi locali avevano continuato ad operare in città a causa delle difficoltà di popolamento e della necessità di difendere e continuare a coltivare i terreni altrimenti abbandonati.
Venerdì 15 dicembre si andrà a Mamoiada per visitare il Museo della Maschera, della Cultura e del Lavoro e il Museo Archeologico e del Territorio. Al pomeriggio si andrà ad Orani per la visita al museo Nivola.
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